Si candida per le prossime
amministrative anche il commercialista faentino 56enne Tiziano Cericola, già
responsabile di Free Foundation di Faenza, sempre molto vicino a Forza Italia,
ma mai direttamente candidatosi in politica. La sua lista si chiamerà
“Rinnovare Faenza - Cericola Sindaco” ed ha già presentato un proprio progetto
di intenti. Ve lo proponiamo integralmente:
“1) LA SITUAZIONE DI
FAENZA Se consideriamo come è cambiata Faenza negli ultimi 15 anni ci si
stringe il cuore. Non ci sono più le principali fabbriche che avevano dato
tanto lavoro e tanto impulso al nostro sviluppo economico e, dato ancora
peggiore, esse non sono state sostituite da nuove imprese, più tecnologiche,
più all’avanguardia, più votate all’export: dobbiamo solo registrare una
perdita netta di posti di lavoro e di ricchezza. La nostra magnifica
agricoltura, basata sulla frutticultura e sul vino, è stata sfregiata da
politiche di prezzo assurde, cui nemmeno le grandi strutture cooperative hanno
potuto o voluto porre rimedio, nonostante il loro collateralismo con chi ci ha
governato in questi anni.
Stremati e sfiancati questi due grandi motori di sviluppo, tutto il resto del sistema economico faentino ha subito un declino evidente: l’artigianato ha perso committenti e mercati (dov’è più il fiorente artigianato delle confezioni o quello della meccanica in conto terzi ?), il commercio è stato schiantato dai colossi della grande distribuzione, per ironia della sorte a loro volta in grave crisi e costretti a vessare i loro dipendenti, la bolla immobiliare ha lasciato sul campo fallimenti e migliaia di alloggi invenduti.
Occorre quindi dare priorità a tutto ciò che riguarda il nostro lavoro, un nuovo progetto di sviluppo sostenibile.
In questi anni la sicurezza e il decoro urbano si sono deteriorati sempre più, creando un diffuso disagio e, spesso, anche paura e rabbia. E’ vero che il Sindaco non è il responsabile diretto della sicurezza pubblica, che compete al Prefetto e alle forze di polizia, ma ha la possibilità di incidere sulla nostra sicurezza con varie iniziative locali, che possono dare sicurezza sia effettiva che percepita.
Bisogna inoltre considerare prioritarie e strategiche tutte le azioni che riguardano i giovani e la famiglia, inserendo in una unica visione di ampio respiro il supporto alle scuole (dalle materne alla formazione universitaria), alla cultura, allo sport e al tempo libero, il diritto alla salute, la tutela degli anziani.
Tutti questi fattori di declino e la percezione di non essere guidati in modo fermo e lungimirante, hanno portato sempre più sconforto e rassegnazione nella nostra gente, a cui viene comunque chiesto di pagare tasse sempre più elevate e tariffe sempre più proibitive per poter accedere a servizi sociali e assistenziali via via meno curati (e non certo per colpa degli operatori di base).
Stremati e sfiancati questi due grandi motori di sviluppo, tutto il resto del sistema economico faentino ha subito un declino evidente: l’artigianato ha perso committenti e mercati (dov’è più il fiorente artigianato delle confezioni o quello della meccanica in conto terzi ?), il commercio è stato schiantato dai colossi della grande distribuzione, per ironia della sorte a loro volta in grave crisi e costretti a vessare i loro dipendenti, la bolla immobiliare ha lasciato sul campo fallimenti e migliaia di alloggi invenduti.
Occorre quindi dare priorità a tutto ciò che riguarda il nostro lavoro, un nuovo progetto di sviluppo sostenibile.
In questi anni la sicurezza e il decoro urbano si sono deteriorati sempre più, creando un diffuso disagio e, spesso, anche paura e rabbia. E’ vero che il Sindaco non è il responsabile diretto della sicurezza pubblica, che compete al Prefetto e alle forze di polizia, ma ha la possibilità di incidere sulla nostra sicurezza con varie iniziative locali, che possono dare sicurezza sia effettiva che percepita.
Bisogna inoltre considerare prioritarie e strategiche tutte le azioni che riguardano i giovani e la famiglia, inserendo in una unica visione di ampio respiro il supporto alle scuole (dalle materne alla formazione universitaria), alla cultura, allo sport e al tempo libero, il diritto alla salute, la tutela degli anziani.
Tutti questi fattori di declino e la percezione di non essere guidati in modo fermo e lungimirante, hanno portato sempre più sconforto e rassegnazione nella nostra gente, a cui viene comunque chiesto di pagare tasse sempre più elevate e tariffe sempre più proibitive per poter accedere a servizi sociali e assistenziali via via meno curati (e non certo per colpa degli operatori di base).
In questo scenario prima Casadio e poi, in assoluta continuità, Malpezzi, non hanno saputo o potuto
reagire e indicare
strategie nuove e coraggiose per lo sviluppo di nuove imprese, per trovare
nuova fiducia e nuove speranze per la nostra Faenza. Questo stato di cose
deriva, in parte, anche dalla loro storia personale, dall’esigenza di
garantirsi un adeguato futuro politico, per cui non hanno potuto o voluto
tutelare fino in fondo gli interessi di Faenza contro le decisioni prese nel
chiuso di segreterie e direzioni di partito.
Il sindaco Casadio in
dieci anni ha avuto tra le mani circa € 40 mln. di oneri di urbanizzazione ed è
riuscito a spenderli tutti e a fare altri € 40 mln. di nuovi debiti: oggi tutti
ci chiediamo cosa abbia fatto con questi € 80 mln. in più rispetto al bilancio
normale del Comune per dare un nuovo indirizzo strategico a Faenza (a parte le
rotonde). Il sindaco Malpezzi ha protestato agli inizi, ma poi i poteri forti
si sono imposti e anche lui ha dovuto seguire la corrente: ha fatto pagare a
tutti noi una parte dei debiti di Casadio, aumentando le tasse, tagliando la
manutenzione della città, trascurando la sicurezza, ….
Ma l’aspetto più grave
dell’attuale amministrazione è che non ha dato alla città un nuovo indirizzo
strategico di respiro pluriennale, in grado di portarci fuori dall’attuale
palude. Le grandi parole degli inizi (onestà, trasparenza, solidarietà, ecc.),
su cui, francamente, tutti siamo concordi, si sono scontrate con la realtà
dell’appiattimento sulla routine quotidiana, in assenza appunto di progetti concreti
di sviluppo per la città. Anche noi
cittadini abbiamo le nostre colpe, perché in questi anni, a fronte del declino
della città, ci siamo interrogati, indignati e poi abbiamo tirato avanti come
meglio potevamo, forse con un po’ di fatalismo o di rassegnazione. Però adesso qualcosa è cambiato: siamo più
preoccupati per il nostro lavoro, del mutuo da pagare, delle rette elevate
degli asili, del futuro dei figli e ci domandiamo se veramente non si possano
pensare strategie nuove, attuare progetti concreti, passare dal vuoto delle
parole alla concretezza dei fatti. Ci rendiamo conto che si, si può fare un
cambiamento, ma che però ci dobbiamo mettere in gioco direttamente e
personalmente, assumendo tanti rischi e caricandoci di tante aspettative. Per
questo occorre dire basta all’attuale sistema e, come cittadini,
possiamo/dobbiamo riprendere in mano il nostro futuro, prendendo coscienza che
non possiamo più continuare a delegare il nostro destino e quello dei nostri
figli ad una classe politica che si è rivelata inadatta. Dobbiamo chiedere a
tutti i partiti di prendere coscienza di questa nuova situazione, di farsi un
esame di coscienza e, se ci riusciranno, anche a fare un passo indietro e
sostenere un progetto che nasce dal basso, dai cittadini. I tempi sono maturi
quindi perché le speranze, i bisogni e le attese delle famiglie e delle
imprese, ci portino a (ri)scoprire la pienezza del nostro ruolo di CITTADINI,
con un nuovo spirito di comunità, per costruire insieme il nostro futuro, ora e
qui.
E’ giunto il momento per noi tutti di RINNOVARE FAENZA !
E’ giunto il momento per noi tutti di RINNOVARE FAENZA !
2)IL NOSTRO IMPEGNOLa
prima cosa che serve è ascoltare i nostri concittadini, le imprese, le varie
aggregazioni sociali per capire i veri bisogni e per condividere con loro i
nuovi assi strategici di sviluppo.
Deve essere e sarà un colloquio vero, non mascherato da falso buonismo e poi svilito da un autoritarismo deleterio, come purtroppo è avvenuto troppo spesso in questi ultimi anni. Crediamo che il nostro futuro si giochi su alcuni assi strategici: a-Faenza deve diventare una città che promuove, attrae e sostiene i giovani (0-24) e le famiglie; b-occorre promuovere a Faenza attività di ogni tipo che ci diano risalto e attrattività sul piano nazionale e internazionale; c-occorre mettere in sinergia tutti gli attori della nostra comunità, Comune, altri enti pubblici, imprese, associazionismo, per reperire risorse e per catalizzare energie verso progetti di sviluppo; d-dobbiamo essere autonomi nelle nostre scelte senza farci imporre soluzioni preconfezionate da soggetti e centri di potere lontani dai veri problemi di Faenza, riportando nel Comune decisioni e servizi da tempo delegate a terzi.
Questi assi strategici devono guidare il nostro lavoro nei cinque grandi spazi del buongoverno della nostra comunità:
Deve essere e sarà un colloquio vero, non mascherato da falso buonismo e poi svilito da un autoritarismo deleterio, come purtroppo è avvenuto troppo spesso in questi ultimi anni. Crediamo che il nostro futuro si giochi su alcuni assi strategici: a-Faenza deve diventare una città che promuove, attrae e sostiene i giovani (0-24) e le famiglie; b-occorre promuovere a Faenza attività di ogni tipo che ci diano risalto e attrattività sul piano nazionale e internazionale; c-occorre mettere in sinergia tutti gli attori della nostra comunità, Comune, altri enti pubblici, imprese, associazionismo, per reperire risorse e per catalizzare energie verso progetti di sviluppo; d-dobbiamo essere autonomi nelle nostre scelte senza farci imporre soluzioni preconfezionate da soggetti e centri di potere lontani dai veri problemi di Faenza, riportando nel Comune decisioni e servizi da tempo delegate a terzi.
Questi assi strategici devono guidare il nostro lavoro nei cinque grandi spazi del buongoverno della nostra comunità:
1) sicurezza e decoro
urbano: maggiori controlli per assicurare una effettiva convivenza civile,
attenzione alla nostra città, ai nostri parchi;
2) lavoro e sviluppo sostenibile a 360 gradi: il lavoro che coniughi tradizione e innovazione con idee e progetti per l’agricoltura, l’industria, l’artigianato ed il commercio; l’ambiente, l’urbanistica, la viabilità: come riprogettare e realizzare una Faenza “smart city”; scuola, università e formazione per nuove opportunità per lo studio e per il lavoro del terzo millennio; arte, cultura e turismo: idee e risorse per ritrovare la vera identità della nostra città e per rilanciare un settore strategico per la nostra economia; sport come elemento vitale di aggregazione e integrazione della comunità
3) salute, per una sanità accessibile e qualificata a Faenza;
4) solidarietà responsabile: equità e trasparenza per un nuovo welfare di comunità e per una integrazione responsabile, con vere politiche di sostegno alla famiglia, al diritto alla casa;
5)strumenti di governo della comunità: valutare efficacia, efficienza e trasparenza per il Comune, l’Unione dei Comuni e le società partecipate. C’è un grande lavoro da fare: molta “manutenzione” e molta “innovazione”; il cantiere è avviato, chiediamo a tutti i faentini di venire a collaborare con noi, con idee, progetti, risorse, lasciando da parte gli schieramenti ideologici.
2) lavoro e sviluppo sostenibile a 360 gradi: il lavoro che coniughi tradizione e innovazione con idee e progetti per l’agricoltura, l’industria, l’artigianato ed il commercio; l’ambiente, l’urbanistica, la viabilità: come riprogettare e realizzare una Faenza “smart city”; scuola, università e formazione per nuove opportunità per lo studio e per il lavoro del terzo millennio; arte, cultura e turismo: idee e risorse per ritrovare la vera identità della nostra città e per rilanciare un settore strategico per la nostra economia; sport come elemento vitale di aggregazione e integrazione della comunità
3) salute, per una sanità accessibile e qualificata a Faenza;
4) solidarietà responsabile: equità e trasparenza per un nuovo welfare di comunità e per una integrazione responsabile, con vere politiche di sostegno alla famiglia, al diritto alla casa;
5)strumenti di governo della comunità: valutare efficacia, efficienza e trasparenza per il Comune, l’Unione dei Comuni e le società partecipate. C’è un grande lavoro da fare: molta “manutenzione” e molta “innovazione”; il cantiere è avviato, chiediamo a tutti i faentini di venire a collaborare con noi, con idee, progetti, risorse, lasciando da parte gli schieramenti ideologici.
E per arrivare ad un obiettivo, il miglior modo è quello di …
partire.
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