venerdì 27 febbraio 2015

TIZIANO CERICOLA SI CANDIDA SINDACO DI FAENZA


Si candida per le prossime amministrative anche il commercialista faentino 56enne Tiziano Cericola, già responsabile di Free Foundation di Faenza, sempre molto vicino a Forza Italia, ma mai direttamente candidatosi in politica. La sua lista si chiamerà “Rinnovare Faenza - Cericola Sindaco” ed ha già presentato un proprio progetto di intenti. Ve lo proponiamo integralmente:
“1) LA SITUAZIONE DI FAENZA Se consideriamo come è cambiata Faenza negli ultimi 15 anni ci si stringe il cuore. Non ci sono più le principali fabbriche che avevano dato tanto lavoro e tanto impulso al nostro sviluppo economico e, dato ancora peggiore, esse non sono state sostituite da nuove imprese, più tecnologiche, più all’avanguardia, più votate all’export: dobbiamo solo registrare una perdita netta di posti di lavoro e di ricchezza. La nostra magnifica agricoltura, basata sulla frutticultura e sul vino, è stata sfregiata da politiche di prezzo assurde, cui nemmeno le grandi strutture cooperative hanno potuto o voluto porre rimedio, nonostante il loro collateralismo con chi ci ha governato in questi anni.
Stremati e sfiancati questi due grandi motori di sviluppo, tutto il resto del sistema economico faentino ha subito un declino evidente: l’artigianato ha perso committenti e mercati (dov’è più il fiorente artigianato delle confezioni o quello della meccanica in conto terzi ?), il commercio è stato schiantato dai colossi della grande distribuzione, per ironia della sorte a loro volta in grave crisi e costretti a vessare i loro dipendenti, la bolla immobiliare ha lasciato sul campo fallimenti e migliaia di alloggi invenduti.
Occorre quindi dare priorità a tutto ciò che riguarda il nostro lavoro, un nuovo progetto di sviluppo sostenibile.
In questi anni la sicurezza e il decoro urbano si sono deteriorati sempre più, creando un diffuso disagio e, spesso, anche paura e rabbia. E’ vero che il Sindaco non è il responsabile diretto della sicurezza pubblica, che compete al Prefetto e alle forze di polizia, ma ha la possibilità di incidere sulla nostra sicurezza con varie iniziative locali, che possono dare sicurezza sia effettiva che percepita.
Bisogna inoltre considerare prioritarie e strategiche tutte le azioni che riguardano i giovani e la famiglia, inserendo in una unica visione di ampio respiro il supporto alle scuole (dalle materne alla formazione universitaria), alla cultura, allo sport e al tempo libero, il diritto alla salute, la tutela degli anziani.
Tutti questi fattori di declino e la percezione di non essere guidati in modo fermo e lungimirante, hanno portato sempre più sconforto e rassegnazione nella nostra gente, a cui viene comunque chiesto di pagare tasse sempre più elevate e tariffe sempre più proibitive per poter accedere a servizi sociali e assistenziali via via meno curati (e non certo per colpa degli operatori di base).

In questo scenario prima Casadio e poi, in assoluta continuità, Malpezzi, non hanno saputo o potuto 
reagire e indicare strategie nuove e coraggiose per lo sviluppo di nuove imprese, per trovare nuova fiducia e nuove speranze per la nostra Faenza. Questo stato di cose deriva, in parte, anche dalla loro storia personale, dall’esigenza di garantirsi un adeguato futuro politico, per cui non hanno potuto o voluto tutelare fino in fondo gli interessi di Faenza contro le decisioni prese nel chiuso di segreterie e direzioni di partito.
Il sindaco Casadio in dieci anni ha avuto tra le mani circa € 40 mln. di oneri di urbanizzazione ed è riuscito a spenderli tutti e a fare altri € 40 mln. di nuovi debiti: oggi tutti ci chiediamo cosa abbia fatto con questi € 80 mln. in più rispetto al bilancio normale del Comune per dare un nuovo indirizzo strategico a Faenza (a parte le rotonde). Il sindaco Malpezzi ha protestato agli inizi, ma poi i poteri forti si sono imposti e anche lui ha dovuto seguire la corrente: ha fatto pagare a tutti noi una parte dei debiti di Casadio, aumentando le tasse, tagliando la manutenzione della città, trascurando la sicurezza, ….
Ma l’aspetto più grave dell’attuale amministrazione è che non ha dato alla città un nuovo indirizzo strategico di respiro pluriennale, in grado di portarci fuori dall’attuale palude. Le grandi parole degli inizi (onestà, trasparenza, solidarietà, ecc.), su cui, francamente, tutti siamo concordi, si sono scontrate con la realtà dell’appiattimento sulla routine quotidiana, in assenza appunto di progetti concreti di sviluppo per la città.  Anche noi cittadini abbiamo le nostre colpe, perché in questi anni, a fronte del declino della città, ci siamo interrogati, indignati e poi abbiamo tirato avanti come meglio potevamo, forse con un po’ di fatalismo o di rassegnazione.  Però adesso qualcosa è cambiato: siamo più preoccupati per il nostro lavoro, del mutuo da pagare, delle rette elevate degli asili, del futuro dei figli e ci domandiamo se veramente non si possano pensare strategie nuove, attuare progetti concreti, passare dal vuoto delle parole alla concretezza dei fatti. Ci rendiamo conto che si, si può fare un cambiamento, ma che però ci dobbiamo mettere in gioco direttamente e personalmente, assumendo tanti rischi e caricandoci di tante aspettative. Per questo occorre dire basta all’attuale sistema e, come cittadini, possiamo/dobbiamo riprendere in mano il nostro futuro, prendendo coscienza che non possiamo più continuare a delegare il nostro destino e quello dei nostri figli ad una classe politica che si è rivelata inadatta. Dobbiamo chiedere a tutti i partiti di prendere coscienza di questa nuova situazione, di farsi un esame di coscienza e, se ci riusciranno, anche a fare un passo indietro e sostenere un progetto che nasce dal basso, dai cittadini. I tempi sono maturi quindi perché le speranze, i bisogni e le attese delle famiglie e delle imprese, ci portino a (ri)scoprire la pienezza del nostro ruolo di CITTADINI, con un nuovo spirito di comunità, per costruire insieme il nostro futuro, ora e qui.
E’ giunto il momento per noi tutti di RINNOVARE FAENZA !
2)IL NOSTRO IMPEGNOLa prima cosa che serve è ascoltare i nostri concittadini, le imprese, le varie aggregazioni sociali per capire i veri bisogni e per condividere con loro i nuovi assi strategici di sviluppo.
Deve essere e sarà un colloquio vero, non mascherato da falso buonismo e poi svilito da un autoritarismo deleterio, come purtroppo è avvenuto troppo spesso in questi ultimi anni. Crediamo che il nostro futuro si giochi su alcuni assi strategici: a-Faenza deve diventare una città che promuove, attrae e sostiene i giovani (0-24) e le famiglie; b-occorre promuovere a Faenza attività di ogni tipo che ci diano risalto e attrattività sul piano nazionale e internazionale; c-occorre mettere in sinergia tutti gli attori della nostra comunità, Comune, altri enti pubblici, imprese, associazionismo, per reperire risorse e per catalizzare energie verso progetti di sviluppo; d-dobbiamo essere autonomi nelle nostre scelte senza farci imporre soluzioni preconfezionate da soggetti e centri di potere lontani dai veri problemi di Faenza, riportando nel Comune decisioni e servizi da tempo delegate a terzi.
Questi assi strategici devono guidare il nostro lavoro nei cinque grandi spazi del buongoverno della nostra comunità:
1) sicurezza e decoro urbano: maggiori controlli per assicurare una effettiva convivenza civile, attenzione alla nostra città, ai nostri parchi;
2) lavoro e sviluppo sostenibile a 360 gradi: il lavoro che coniughi tradizione e innovazione con idee e progetti per l’agricoltura, l’industria, l’artigianato ed il commercio; l’ambiente, l’urbanistica, la viabilità: come riprogettare e realizzare una Faenza “smart city”; scuola, università e formazione per nuove opportunità per lo studio e per il lavoro del terzo millennio; arte, cultura e turismo: idee e risorse per ritrovare la vera identità della nostra città e per rilanciare un settore strategico per la nostra economia; sport come elemento vitale di aggregazione e integrazione della comunità
3) salute, per una sanità accessibile e qualificata a Faenza;
4) solidarietà responsabile: equità e trasparenza per un nuovo welfare di comunità e per una integrazione responsabile, con vere politiche di sostegno alla famiglia, al diritto alla casa;
5)strumenti di governo della comunità: valutare efficacia, efficienza e trasparenza per il Comune, l’Unione dei Comuni e le società partecipate. C’è un grande lavoro da fare: molta “manutenzione” e molta “innovazione”; il cantiere è avviato, chiediamo a tutti i faentini di venire a collaborare con noi, con idee, progetti, risorse, lasciando da parte gli schieramenti ideologici.
E per arrivare ad un obiettivo, il miglior modo è quello di … partire.

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