Qualunque sia il risultato finale della discussione sulla seconda manovra di bilancio del Governo, che deve rattoppare i conti per evitare il tracollo della nostra Repubblica, una cosa è certa: la finanza locale subirà un ulteriore impoverimento e, sia i Comuni che la Regione, dovranno fare i conti per i prossimi anni con ristrettezze di bilancio e difficoltà a sostenere i servizi ed i compiti istituzionali. La crisi che attraversa pesantemente tutto l’Occidente, bruciando migliaia di miliardi nelle borse o nei deficit di bilancio dei governi, assumerà caratteristiche strutturali ed imporrà un ripensamento generale di tutte le politiche, dall’economia al welfare, dal lavoro ai consumi ed alle retribuzioni, pena il crollo dei nostri sistemi di vita. Gli enti locali, che hanno ingigantito negli ultimi 40 anni le loro funzioni ed i loro compiti, si stanno trovando nell’occhio del ciclone, stretti come sono fra i tagli che arrivano dall’alto e le esigenze in crescita che arrivano dal basso. E’ in un clima come questo che si chiedono sacrifici a molte categorie di cittadini e si impone un ripensamento su retribuzioni che hanno raggiunto livelli molto alti. La Regione, le Provincie ed i Comuni potrebbero mettere mano alle cosiddette retribuzioni di risultato che interessano i dirigenti e che vengono erogate ogni anno in aggiunta allo stipendio, rappresentando anche il 10% in più di retribuzioni già molto ragguardevoli. Per il Comune di Ravenna è una voce che assomma a quasi 300 mila euro, ed in tutta la regione può significare decine di milioni. Una sospensione per un anno del premio di risultato o produttività non comporterebbe un danno irreparabile per dirigenti che già superano i 10/12 mila euro di stipendio mensile e sarebbe una vera boccata di ossigeno per la finanza locale; anche perché negli anni successivi potrebbero essere rivisti i parametri e le modalità per continuare ad avere un significativo risparmio.
Con questi risparmi si potrebbe costituire un fondo regionale finalizzato al sostegno dell’economia, dell’innovazione e dell’occupazione giovanile, nonché ad intervenire nei casi più gravi di perdita del lavoro con un contributo di solidarietà.
Sento che questa proposta potrebbe avere una buona accoglienza fra i cittadini e mi attiverò per formularla alla riapertura dei lavori dell’Assemblea Legislativa regionale, invitando nel contempo i Consigli comunali, provinciali e delle Camere di Commercio, a prenderla in considerazione seriamente per arrivare ad una sospensione generalizzata. Gianguido Bazzoni
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