I campioni della sinistra italiana si sono scatenati: l’Italia “commissariata” dalla BCE-Banca Centrale Europea, fateci sapere che c’è scritto nella lettera scritta a quattro mani dalla Merkel e Sarkozy. Quello che era successo è ben noto. Giorni fa il Governo, con il Premier e Tremonti in prima fila, ha presentato il cosiddetto “Piano per il pareggio di bilancio entro il 2014”. Trichet e Draghi si son mossi solo DOPO il varo del piano di rientro Berlusconi-Tremonti, limitandosi a commentare in una lettera a firma di entrambi che le misure appaiono in linea con le necessità, ma che la situazione è tale per cui sarebbe auspicabile che la manovra fosse definitivamente approvata in tempi brevi, mentre si condivide pienamente la decisione, che appare del tutto giustificata, di anticiparne gli effetti al 2013 come deciso dall’Italia. La lettera della BCE, in effetti, va letta bene là dove suona esortazione a far si che la manovra venga approvata. Perché secondo voi la BCE ha messo in evidenza un punto che appare ovvio? Che ragione ci sarebbe che la manovra non fosse approvata da chi l’ha studiata e definita? Vi pare che Berlusconi e Tremonti possano chiedere al Parlamento di non votarla? In effetti la vera preoccupazione della BCE è che al solito la sinistraccia che ci ritroviamo dentro casa, cominci a fare barricate ed ostruzionismi per boicottare il provvedimento e la sua approvazione in tempi brevi. E’ questo il punto cruciale: non serve approvare la manovra ad ottobre. Piuttosto occorrerebbe farlo con una operazione lampo e con un tacito accordo bipartisan, perché niente è più efficace sul piano internazionale che offrire l’immagine di un Paese unito e tutto raccolto in difesa dei propri interessi. Di qui la sortita di Casini in appoggio dell’Esecutivo, cui vedrete ben presto altri assoceranno, isolando i soliti sfascisti reazionari e conservatori che vogliono la rovina del nostro Paese, l’unico modo che hanno di prendersi il potere, con la solita vigliacca strategia del tanto peggio, tanto meglio di cui sono da sempre prigionieri e dalla quale non riescono ad liberarsi.
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