PROPOSTA DEL SINDACO DI ALTOPASCIO LUCCA SOLO QUI UN MILIONE ALL’ANNO.
Ma quali contributi di solidarietà, ma quali aumenti delle addizionali, ma quali tagli agli enti locali. Per rimettere a posto i conti dello Stato ci vogliono pure provvedimenti meno cervellotici. Per esempio: anche le lucciole paghino le tasse, come tutti. Maurizio Marchetti, sindaco Pdl di Altopascio (Lucca), «mentre infuria la polemica sui provvedimenti legati alla crisi» butta là la sua ricetta: «Sarebbe il caso che uno Stato laico e serio accantonasse l’ipocrisia: o la prostituzione diventa reato, o si legalizza e si fa gestire ai Comuni». Marchetti governa un territorio con 15 mila abitanti, che con le passeggiatrici ha a che fare da tempo immemorabile. «Fra chi esercita nei locali e chi a casa - spiega - qua ci saranno più di un centinaio di ’situazioni’. Poi ci sono quelle sulla via Bientinese, che non è nel mio comune ma, insomma, è qua a fianco. Storicamente la nostra posizione geografica aiuta il fenomeno: vicino sia alle grandi città sia alla campagna. E poi c’è l’uscita dell’autostrada. C’è di tutto: donne, uomini, trans. Non danno noia. I cittadini non si lamentano tanto». Marchetti ha già fatto i calcoli: «Stando bassi - dice - se le tasse delle sole prostitute che lavorano ad Altopascio andassero al Comune, avremmo a disposizione un milione all’anno. Con i tagli che ci hanno imposto nel sociale, li destinerei ai contributi per le famiglie che hanno bisogno». Sarà per quel cognome evocativo, ma per Marchetti la legalizzazione della prostituzione è un vecchio pallino. Che la manovra del governo ha reso di nuovo attuale: «La prostituzione o si regolarizza o si criminalizza - si accalora - Basta con questo standby. In Italia ci lavorano fra le 70 e le 100 mila persone. Un giro d’affari di miliardi tutto al nero, che giova solo ai delinquenti. Ecco, con la manovra, se un negoziante non fa lo scontrino rischia la chiusura del negozio». Il suo sogno sarebbe creare quartieri a luci rosse, con controlli sanitari e fiscali. «Nel 1998 proposi di presentare un piano regolatore che prevedesse zone del comune in cui praticare il sesso a pagamento sicuro - ricorda - Però mi serviva una sponda normativa nazionale. Contattai qualche parlamentare. Ci fu chi si offrì per darmi una mano, ma poi tutto si arenò». Perchè? «È una questione di morale - risponde Marchetti - Non c’entrano nè la destra nè la sinistra. I pro e i contro sono trasversali. Non è che ho da criticare questo o quel Governo. In Italia c’è il Vaticano che, giustamente, ha le sue posizioni. Anche se il Papa è tedesco e in Germania la prostituzione è un lavoro legale». Marchetti non è nuovo a proposte che fanno discutere. Nel 2007 vietò il consumo di alcolici nelle aree pubbliche, come parchi, strade e piazze. Poco prima aveva firmato un’ordinanza contro il bivacco e l’accattonaggio e poco dopo chiese che nelle graduatorie degli asili ai bambini italiani fosse assegnato un punteggio superiore rispetto a quello degli extracomunitari. L’anno successivo richiese un reddito di 5 mila euro come requisito per ottenere la residenza e impose ai writers, oltre alla multa, l’obbligo di ripulire. L’ultima uscita è del 2009, quanto Marchetti propose ai consiglieri comunali di sottoporsi al test antidroga. «Lo fecero tutti», ricorda fiero. Andò bene? «Diamine! Risultarono tutti ammodo».
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