Abbiamo fatto appello a tutti i candidati perché si sottoscriva oggi - e non a campagna finita - un patto, cioè un impegno comune per salvare l'ospedale di Faenza. Il concetto, pratico e praticabile, era: "chiunque vada a governare difenderà fino in fondo gli interessi dei faentini su un tema tanto importante e delicato". Non solo non c'è stata alcuna risposta, ma come al solito, l'unica reazione da parte di Malpezzi è ancora una volta scomposta, priva di stile e volta a screditare l'avversario con argomenti pretestuosi.
E pensare che in giro si parlava di lui come del "volto nuovo" di Faenza...
ps. è davvero difficile capire chi sta consigliando Malpezzi, perché deve dare ascolto a un numero davvero considerevole di interlocutori, che - per interessi diversi - non la pensano allo stesso modo su nulla. Con un'eccezione: l'unico "principio" sul quale si trovano uniti è: "l'avversario politico va combattuto con tutti i mezzi possibili". Possibilmente sul piano personale.
Ma questo è un film già visto e le sequenze si stanno dimostrando stucchevoli per un numero sempre maggiore di faentini, che dietro ai sorrisi e ai cuoricini e ai "tavoli di dialogo" sanno di trovare sempre la stessa ricetta: ingredienti che non c'entrano nulla l'uno con l'altro tenuti a forza insieme in un piatto che cercano di presentare bene (ma che si dimostra, giorno per giorno, sempre più indigesto).
Minardi, anche questa volta, sceglie di non replicare sul piano personale (e su questo nessuno, fino ad ora, è riuscito a convincerlo a fare diversamente): le illazioni e l'ironia - questa sì cattiva, inutile e gratuita di Malpezzi - continuano a farlo sorridere.
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