MINARDI ALL’INCONTRO A BRISIGHELLA
"La cooperazione faentina ha creato nel passato esempi di eccellenza evidenti e riconoscibili, esempi che intendo valorizzare appieno per lo sviluppo della mia città. Tutto il buono che c'è, serve per crescere. Per questo non accetto che la usi come elemento ideologico di divisione piuttosto che come fattore strumentale per la crescita" questo in sintesi il concetto espresso da Gian Carlo Minardi sulla cooperazione locale durante un incontro informale con operatori del settore agricolo legati al mondo della cooperazione.
"E' sempre vivo nella mia memoria un semplice ricordo personale, ma per questo non meno vero, di quando gli agricoltori ricevevano l'assegno di conferimento e venivano nell'officina di mio padre ad acquistare un nuovo mezzo per il loro lavoro per la loro azienda che, grazie ad una reale impresa di rete, si sviluppava. Il mio obiettivo - continua Minardi - è proprio quello di riportare il mondo cooperativo a questa dimensione umana. Qualcun altro invece mi sembra perso nell'arroganza di voler essere l'unico interlocutore di un mondo che ha sofferto la visione politicizzata del comparto cooperativo. Alcuni miei avversari - prosegue Minardi - non si sono ancora resi conto che hanno sottovalutato l'intelligenza dei cittadini di Faenza, quella gran parte ormai silenziosa che non ne può più di essere sotto ricatto economico e di favori come non mai in questi ultimi tempi abbiamo dovuto assistere. Un popolo silenzioso schiacciato da decisioni prese sulla loro testa sempre, altrove e a tavolino. Senza che i potenti abbiano mai avuto il coraggio di guardarli in faccia".
"E' sempre vivo nella mia memoria un semplice ricordo personale, ma per questo non meno vero, di quando gli agricoltori ricevevano l'assegno di conferimento e venivano nell'officina di mio padre ad acquistare un nuovo mezzo per il loro lavoro per la loro azienda che, grazie ad una reale impresa di rete, si sviluppava. Il mio obiettivo - continua Minardi - è proprio quello di riportare il mondo cooperativo a questa dimensione umana. Qualcun altro invece mi sembra perso nell'arroganza di voler essere l'unico interlocutore di un mondo che ha sofferto la visione politicizzata del comparto cooperativo. Alcuni miei avversari - prosegue Minardi - non si sono ancora resi conto che hanno sottovalutato l'intelligenza dei cittadini di Faenza, quella gran parte ormai silenziosa che non ne può più di essere sotto ricatto economico e di favori come non mai in questi ultimi tempi abbiamo dovuto assistere. Un popolo silenzioso schiacciato da decisioni prese sulla loro testa sempre, altrove e a tavolino. Senza che i potenti abbiano mai avuto il coraggio di guardarli in faccia".
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