Siamo agli ultimi giorni di campagna elettorale. E' tempo di bilanci. Durante queste settimane gli eventi ai quali ho partecipato sono stati moltissimi: cene, dibattiti, incontri con le categorie e con i cittadini, mercati, tavole rotonde. Ho portato le mie proposte e il mio programma tra la gente ma ho anche ascoltato molto le richieste che arrivano dal territorio. E' stato un dialogo molto proficuo che è partito da molto lontano. Da anni, infatti, ho la responsabilità di guidare il maggior partito di opposizione in Provincia di Ravenna: sono state eletto per due volte coordinatore di Forza Italia mentre il presidente Silvio Berlusconi mi ha dato l'incarico di coordinatore provinciale del Popolo della libertà.
Il mio impegno parte da qui, dall'esperienza sul territorio. Assieme ad una squadra di amici abbiamo suddiviso la provincia in alcune grandi zone: Ravenna, i lidi, Cervia, Faenza e Lugo. Queste zone corrispondono a quelli che in campagna elettorale sono stati i nostri punti di ascolto. Abbiamo incontrato migliaia di persone e ne abbiamo registrato gli umori e le aspettative. Mi conforta che i desideri e le sensibilità dei cittadini molto spesso corrispondono alle priorità che mi sono dato in questa campagna elettorale. Priorità che, appunto, emergono da un lungo lavoro fatto dal mio staff in questi anni. Per ciascuna località ogni gruppo di lavoro, sotto la mia supervisione, ha compilato dei dossier: per ogni situazione abbiamo individuato le cause e studiato i possibili rimedi.
Ma vediamo quali sono le richieste più frequenti dei cittadini nelle varie zone della provincia,
A RAVENNA c'è una forte preoccupazione per il decoro urbano che, progressivamente, va peggiorando. Le scritte sui muri sono ovunque: non sono risparmiati neanche gli edifici religiosi come San Giovanni Evangelista o la chiesa dello Spirito santo, in piazzetta degli Ariani. In alcuni quartieri il cemento è cresciuto più velocemente dei servizi essenziali e l'arredo urbano è insufficiente o manca del tutto. Penso alle zone di via Antica milizia o via Cilla, oppure i cosiddetti quartieri dormitorio come Madonna dell'Albero, Borgo Montone e Lido Adriano. A fronte di nuove costruzioni i residenti reclamano più piste ciclabili, strade più sicure, più illuminazione, più panchine e giochi per i bambini.
C'è molto malumore per la cura del verde pubblico, dai piccoli parchi periferici a quelli in centro come la Rocca Brancaleone. Ravenna ha molti polmoni verdi ma non se ne cura abbastanza. In alcuni casi, poi, la sporcizia e il degrado sono evidenti.
Le mura storiche della città stanno crollando. Girando lungo il perimetro storico si incontrano transenne e segnali di pericolo. I cittadini percepiscono che una parte della propria identità se ne sta andando per sempre. Un patrimonio buttato via.
Piste ciclabili - segnalo la pericolosità di quelle in via Trieste e in via Cesarea-Romea Sud interrotte ogni poco dagli incroci - e marciapiedi (via Baccarini ad esempio), al servizio degli utenti deboli, vanno migliorati: gobbe, buche e rotture non sono infrequenti. In centro c'è un'evidente carenza di rastrelliere per biciclette.
Le isole ecologiche in centro lasciano fortemente perplessi i cittadini. La prima, quella di piazza Costa, non ha risolto i problemi della zona. Anzi, li ha aumentati a causa della capienza ridotta e del viavai dei camioncini, dell'eccessiva lontananza da abitazioni e negozi e anche della puzza. Eppure si vuole insistere a farne altre. E' stato rovinato il salotto buono della città. Ho chiesto un ripensamento al Comune e ad Hera.
Il collegamento dei mezzi pubblici tra la città e il forese è considerato, a ragione, del tutto insufficiente. Una vera politica della mobilità dovrebbe partire da questo aspetto e non dagli inutili e demagogici blocchi del traffico.
I negozianti chiedono più parcheggi a servizio del centro storico e una politica che riavvicini la gente al cuore della città e li allontani da quei baracconi senz'anima che sono gli iper.
Le buche in strada sono ormai una piaga biblica. L'inverno rigido è solo una scusa per coprire l'incapacità dell'amministrazione e ha sconfessato i lavori fatti male. La situazione era già drammatica. Ho incontrato decine di automobilisti letteralmente inferociti per aver distrutto le gomme della propria auto: molti chiederanno i danni al Comune.
All'Isola San Giovanni c'è preoccupazione per una recrudescenza della microcriminalità. Di fatto gli schiamazzi e le presenze sospette in questi ultimi tempi sono aumentati. I ragazzi della mediazione culturale hanno buona volontà ma da soli non rassicurano i cittadini. Stesso discorso per Sant'Agata dove i negozi etnici stanno creando diverse tensioni.
Molti cittadini sono colpiti anche dal cattivo gusto di certe scelte urbanistiche fatte o autorizzate dall'amministrazione. Il brutto, insomma, avanza. Ci sono dei cosi - non so proprio come chiamarli - che spuntano in mezzo alla città come quei mostri di ferro in via Fiume montone abbandonato o quelli similari in via Eraclea. Penso anche alle case popolari di via Patuelli, presentate come fiore all'occhiello e alla prova dei fatti rivelatisi un discreto fallimento. C'è anche grande timore che la futura riqualificazione della Darsena possa trasformarsi in un'occasione perduta. I ritardi e le indecisioni dell'amministrazione non fanno che confermare i sospetti. Non vorremmo trovarci i soliti casermoni sovietici al posto dell'edilizia di qualità e del millantato ponte - o sottopasso - griffato Calatrava.
Molti mi hanno chiesto: ma perché Ravenna, città turistica, non ha i bagni pubblici?
Tra gli operatori del porto ho colto un senso di frustrazione misto all'orgoglio di fare parte di un settore trainante la nostra economia. C'è un senso di frustrazione perché ci si rende conto che il porto potrebbe fare di più ma che i vertici di questa città e della Regione non hanno l'occhio lungo. La loro vista non arriva fino al mare. La mia proposta di scegliere una volta per tutte i Ravenna come porto dell'Emilia-Romagna va a sanare questa ferita.
Sui LIDI l'economia stenta a decollare per la vicenda di Marinara, una cattedrale nel deserto. Le ultime novità riguardanti l'affitto dei negozi sono tutte da valutare. In ogni caso tutto quel cemento in riva al mare non piace a nessuno. Gli operatori chiedono anche regole certe e tempestive per gli happy hour e per la sicurezza estiva. Non bisogna cambiare le carte in tavola a partita iniziata come è avvenuto lo scorso anno con le ordinanze del sindaco. E soprattutto non è giusto che tutti paghino indiscriminatamente per gli eccessi di pochi. Non si colpisce la gente che lavora.
Altro argomento caldo è la prostituzione sui lidi sud, ben lontana dall'essere debellata nonostante gli annunci e le foto del sindaco. Che ormai è stato riconosciuto inadatto a gestire anche la questione del nudismo a Lido di Dante: non sa applicare una legge voluta dai suoi compagni di coalizione in Regione. Infine le strade dissestate e pericolose, pessimo biglietto da visita per i turisti.
A CERVIA ho lavorato e dato la mia disponibilità affinché le categorie restassero unite di fronte ai problemi delle feste in spiaggia e della vendita dei gadget. Dividere commercianti, albergatori ed operatori balneari avrebbe fatto solo il gioco della sinistra, vera responsabile della situazione di stallo, attraverso i ritardi dell'amministrazione comunale nell'emanare il regolamento. Per fortuna la manifestazione di domenica 14 a Milano Marittima è stata un fallimento: rischiava di danneggiare l'immagine della località.
Ho scritto una lettera al ministro Tremonti per sollecitare una soluzione equa per le case dei salinari. Non c'è solo l'aspetto economico ma anche quello sociale. Per questo dico no ad eventuali speculazioni edilizie e auspico che i residenti non vengano messi in mezzo ad una strada. Devono restare dove sono e le loro abitazioni devono essere riqualificate perché sono un patrimonio di Cervia. Sempre a Cervia ho incontrato un gruppo di mamme lavoratrici che si sono rivolte a me per chiedere il potenziamento dei servizi all'infanzia, attualmente insufficienti. Molte lavorano nel settore del turismo: se saranno costrette a rimanere a casa per accudire i bambini ne risentirà tutto il comparto. Ritengo che bisogna favorire l'apertura di nuovi asili nido e che bisogna dare la facoltà di scelta tra il pubblico e il privato tramite d ei bonus.
A LUGO molte giovani coppie sono rimaste deluse dal bando regionale per le case popolari. I requisiti per il contributo erano così restrittivi che solo una coppia in tutta la Bassa Romagna ha potuto beneficiarne. Considerati i frequentissimi ritardi e le soppressioni dei treni sulla linea ferroviaria Ravenna-Ferrara, poi, mi sono impegnato a chiedere il commissariamento di Fer. Sarà uno dei miei primi atti se sarò eletto consigliere regionale.
A BAGNACAVALLO ho dovuto usare toni anche piuttosto duri per rispondere al giornalino del Pd fatto fare dal consigliere Mazzotti. I bagnacavallesi per primi sentivano che quella pubblicazione propagandistica offende la loro intelligenza. Si parla di fondi per il centro storico e i negozi chiudono, ci si vanta della zona Naviglio e i lotti sono ancora deserti, si magnifica la futura bretella ma si scorda di dire che è costosissima ed inutile.
A FAENZA la sicurezza è in testa alle preoccupazioni dei cittadini. Si chiede l'aumento della videosorveglianza e la riqualificazione del centro. L'intervento contro gli aspetti più eclatanti del degrado deve essere altrettanto visibile. Ad esempio è opportuna la presenza fissa di una pattuglia appiedata di polizia municipale. Anche un posto fisso ben visibile bene illuminato scoraggerebbe i male intenzionati. Molto apprezzata è stata anche la proposta del Pdl di installare più totem per le richieste di aiuto.
I faentini sono tolleranti ma giustamente si risentono quando gli ultimi arrivati si permettono di irridere le nostre regole. Quindi c'è una forte richiesta di controlli nei confronti dell'immigrazione. In strada, nei phone center e negli appartamenti dove, spesso, vivono ammassate anche venti persone in pochi metri quadri. La prostituzione nelle vie Volta, Galilei e Galvani arriva perfino nei cortili e, assieme al consigliere Villa, abbiamo incontrato alcuni residenti per denunciare la situazione e per dare sostegno alla loro petizione.
L'agricoltura è un'altra preoccupazione costante di tutto il territorio, specialmente la zona del Faentino. Serve un grande piano di rilancio di tutto il comparto. Qui ci sono degli imperativi categorici:ribadire l'importanza dell'impresa agricola e del sistema agroalimentare; garantire la certezza di accesso al credito ed alle risorse europee; tutelare le produzioni agricole certificate ed il reddito dell'azienda; rivedere la filiera dalla produzione alla distribuzione. E' anche opportuno riportare la caccia sotto l'assessorato regionale all'agricoltura. Me lo hanno chiesto sia gli agricol tori che i cacciatori.
A CASTEL BOLOGNESE c'è molta aspettativa per la variante. Se l'ha avuta Alfonsine perché non Castello? Forse perché politicamente non è abbastanza organica?
Questi sono i temi che la gente mi esorta a portare avanti. Gran parte facevano già parte dello spirito del Pdl, prima ancora che del mio programma, altri invece sono stati recepiti. Se sarò eletto in Consiglio regionale mi batterò affinché questi temi vengano quantomeno affrontati e, mi auguro, risolti. Laddove invece la competenza esula da quelle della Regione, la mia intenzione è di continuare comunque a battermi con la collaborazione degli eletti del Pdl nei consigli comunali e nei superiori livelli istituzionali competenti.
PROPOSTA FINALE
La prima proposta che farò in Regione dopo aver chiesto la delimitazione dei confini storici della Romagna sarà quella di proporre la riduzione dell'addizionale regionale Irpef di uno 0,1% per ogni famiglia con figli o anziani a carico. Una proposta estremamente concreta che va nella direzione indicata dal Presidente Berlusconi, perché la famiglia oggi oltre ad essere depositaria di valori ed essere il luogo dell’assistenza è anche il nucleo economico primario. La mia idea alla quale sto dando forma è una riduzione dell’addizionale Irpef Regionale di uno 0,1% per ogni figlio o anziano a carico delle famiglie. E’ una misura possibile soprattutto se si eliminano le inefficienze di sistema e si abbattono le consulenze regionali. Inizierò dai Bilanci della Regione, essendo un commercialista, per trovare il modo di dare un aiuto concreto alle famiglie. Oggi l’addizionale Irpef dell’Emilia-Romagna, come certifica l’Agenzia delle Entrate, deriva da una legge regionale la 19/2006, è applicata a decorrere dall’anno d’imposta 2007 e segue questo schema:
· 1,1 per cento, per i contribuenti con reddito imponibile, ai fini dell'addizionale stessa, non superiore a 15.000 euro;
· 1,2 per cento, per i contribuenti con reddito imponibile, ai fini dell'addizionale stessa, compreso tra 15.001 euro e 20.000 euro;
· 1,3 per cento, per i contribuenti con reddito imponibile, ai fini dell'addizionale stessa, compreso tra 20.001 euro e 25.000 euro;
· 1,4 per cento per i contribuenti con reddito imponibile, ai fini dell'addizionale stessa, superiore a 25.000 euro.
Una volta individuata la fascia di reddito di appartenenza l’aliquota si applica sull’intero reddito imponibile e non per scaglioni come l’Irpef. Ad esempio un contribuente con un imponibile di 22.000 euro dovrà pagare l’ 1,3% sull’intero reddito (e non l’ 1,1 sui primi 15.000, più l’1,2 sugli ulteriori 5.000 e l’1,3 sugli ultimi 2.000).
non ho capito la sua posizione riguardo il nudismo al lido di dante!!!!
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