A distanza neanche di un mese dall’intervento del cardinale Caffarra, il presidente della Cei Bagnasco, a sei giorni dal voto, torna a sottolineare in modo forte e chiaro che i valori cardine, la vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la libertà religiosa ed educativa, non sono negoziabili. Nessun compromesso, dunque, è possibile per i cattolici chiamati alle urne.
Chi va sbandierando la centralità della famiglia, ha consegnato ai faentini un programma segnato da ambiguità - l’unico possibile dopo avere imbarcato dipietristi, repubblicani dell’ultima ora e la sinistra che ha soddisfatto la sua pretesa di ammainare la falce e il martello – contemplando le coppie di fatto e il testamento biologico, tradendo così tutta l’ostilità verso “i valori non negoziabili”, quelli sui quali un cattolico non dovrebbe mai mercanteggiare. Lo ha fatto per accaparrarsi i voti di tutti quelli ai quali deve promettere una poltrona, guidato soltanto dalla seduzione del potere. Ha dovuto accantonare i buoni propositi delle primarie per mettere insieme tutte le ideologie e rispondere ai soliti blocchi di potere che da anni tengono in scacco la città. “E a chi mi rimprovera di non affrontare la questione etica – conclude il candidato a sindaco Gian Carlo Minardi - rispondo con l’esempio: sono sposato da quarant’anni, ho un figlio e provengo da una famiglia numerosa e molto unita. Per me per la famiglia viene prima di tutto. Per questo cercherò di amministrare la città come un buon padre di famiglia cercando di risolvere i problemi reali dei miei concittadini e restituendo loro un ruolo centrale”.
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