sabato 18 aprile 2015

BERLUSCONI LIBERO E FORTE, IL GIOVANE DITTATORE E’ GIA’ VECCHIO


Di fronte all'imbarazzo generale sulla inconcludenza di Renzi, il centrodestra deve ritrovare le ragioni dell'unità per offrire al Paese un'alternativa credibile. L’Italia attende un segnale di speranza.
Sta a Palazzo Chigi senza aver vinto alcuna elezione, salvo essere stato scelto in regolari votazioni appena da centomila fiorentini, assurto poi ai vertici del suo partito con primarie alquanto dubbie di valore privatistico e quindi, per indecente travaso automatico, a quelli dello Stato. Ieri abbiamo assistito a un ulteriore segnale squassante di rottura dell'equilibrio democratico. Per protestare del mancato ascolto di Renzi, il capogruppo Speranza si è dimesso. E Renzi è andato avanti come nulla fosse, mostrando in che conto tenga i meccanismi democratici, e di fatto prendendosi anche il ruolo di capogruppo senza essere parlamentare. Non è più tollerabile che la democrazia in Italia sia prigioniera nell'orto del Partito democratico, non siamo ancora al monopartitismo in Costituzione. Qualcuno lo dica, magari anche dentro il Pd o dentro la maggioranza di governo. O c'è paura di pagare le conseguenze di un soprassalto di coscienza?

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