martedì 21 aprile 2015

GLI IMPEGNI DI CERICOLA E RINNOVARE FAENZA PER IL MONDO AGRICOLO FAENTINO


Incontrando i suoi sostenitori del mondo agricolo in occasione del mercato di sabato 18 aprile Tiziano Cericola ha ripetuto:
“Il settore agricolo nella nostra città, assieme alle industrie storiche, rappresenta la maggior quota di reddito, sostenendo un’ampia filiera economica.
Negli ultimi 15 anni le imprese agricole faentine si sono ristrutturate, per cui oggi sono in numero inferiore, ma con aziende mediamente più grandi in quanto uniscono terreni in proprietà con terreni in affitto. Le ultime stagioni non sono state facili per le imprese agricole, che hanno subito danni dal maltempo e, soprattutto, hanno patito una pesante contrazione dei prezzi di vendita e quindi dei redditi aziendali.
Oggi l’agricoltura faentina deve affrontare sfide importanti per: trovare un nuovo e più redditizio spazio di mercato, innovando e diversificando le sue produzioni in funzione delle effettive richieste dei consumatori; rivedere l’organizzazione delle strutture di conferimento e di commercializzazione, alcune delle quali denotano un ritardo   manageriale. L’agricoltura faentina (come quella nazionale), deve passare da un sistema basato sulle sovvenzioni e agevolazioni pubbliche, per i soliti noti, ad un nuovo sistema fondato sulle esigenze “di mercato”.
Il Comune deve svolgere, cosa che non ha fatto finora, un ruolo di sostegno e promozione, chiamando tutti gli attori del mondo agricolo ad un tavolo congiunto per porre l’attenzione su quali nuove politiche di sviluppo siano possibili, condividendole con tutti gli enti pubblici coinvolti  e le imprese private. In questo ambito si devono promuovere e assistere i consorzi tra imprese agricole per le opere relative al rifornimento dell’acqua, sia essa attinta dal Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.) che raccolta tramite i laghetti, riducendo al minimo l’attingimento dal Lamone e dalle falde sotterranee. Faenza ha interesse che l’agricoltura rimanga legata a produzioni frutticole e vitivinicole che diano un adeguato valore aggiunto e, soprattutto, che diano occupazione, sia diretta che nella complessiva filiera economica.


Dovremo attuare tutto il possibile per evitare il passaggio ad un’agricoltura basata su coltivazioni estensive che potrebbero dare minori rischi alle aziende agricole, ma che avrebbero minore bisogno di manodopera e dei servizi dell’indotto, e quindi con un minore valore aggiunto da distribuire nel contesto sociale ed economico locale.
Il Comune deve rivedere le attuali regole edilizie comunali (R.U.E), per concedere maggiore elasticità alle imprese agricole che vogliono costruire immobili strumentali all’attività aziendale (capannoni, depositi, celle frigorifere, silos), considerando che oggi le imprese agricole affiancano al terreno di proprietà altri appezzamenti in affitto, anche non confinanti tra loro, senza nulla concedere a nuove speculazioni edilizie abitative in campagna, che hanno già fatto troppi danni;  deve migliorare la manutenzione delle strade di campagna (asfalto, fossi), creando anche piazzole di scambio per facilitare il passaggio dei mezzi agricoli; realizzare nella zona del Borgo un secondo mercato ambulante “del contadino” per la vendita diretta dei prodotti agricoli locali, , che si affianchi a quello già esistente in Piazzale Pancrazi. Il Comune, ente gestore della Fondazione Caldesi, deve promuovere il potenziamento dell’insegnamento agricolo offerto dall’Istituto Professionale di Persolino, ottenendo l’istituzione di un corso biennale superiore (ITS) per cantinieri e riflettendo se e come attivare un corso per il settore del vivaismo e della cura dei giardini; ridefinire la mission di “Terre Naldi” che deve tornare a svolgere funzioni utili per le imprese agricole locali: centro di ricerca di varietà colturali; centro di studio e sperimentazione di coltivazioni innovative di concerto con l’I.P.S. Persolino; centro per la prestazione di servizi, tramite il rinnovo della cantina e la creazione di un laboratorio per il confezionamento delle preparazioni alimentari basate sulle coltivazioni biologiche. Nell’ambito formativo va ripensata la collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna (sede di Cesena), che utilizza i laboratori ubicati presso Terre Naldi; concordare come potenziare i corsi, anche spostandone una parte presso Faventia Sales, ridefinendo l’intero rapporto Comune/Università (che comprende anche altri indirizzi di studio). Infine ci impegniamo a  ridurre i costi “impropri” gravanti sulle imprese agricole, dai costi legati agli interventi edilizi, alla tassa rifiuti, alla riduzione dell’IMU e a  coinvolgere attivamente le imprese agricole nelle attività di promozione del turismo enogastronomico, nell’ambito della nuova politica di promozione turistica complessiva di Faenza, e nelle attività promozionali da attuare nel centro storico. In questo ambito va inserita anche l’attività delle “strade del vino”, attualmente lasciata cadere.”

Nessun commento:

Posta un commento