Sergio Mattarella ha
molti dubbi "tecnici" e non solo sulla legge Cirinnà.
Come riporta il Giornale in un retroscena, per il Quirinale il
"parametro di riferimento" è la sentenza 138 della Consulta
che nel 2010 ha ricordato che nel matrimonio i coniugi sono da
intendersi di sesso diverso, di conseguenza le unioni civili non possono
essere considerate matrimoni. E poi c'è il capitolo delle adozioni, della
cosiddetta stepchild adoption.
In un certo senso il presidente della Repubblica è già intervenuto
quando su richiesta di alcuni esponenti del governo ha mostrato le sue perplessità
in particolare sugli articoli due e tre della legge, quelli che
rinviano in maniera troppo esplicita alla disciplina delle nozze. Il
Quirinale ha elencato sedici rimandi del testo della senatrice del Pd al
vigente diritto matrimoniale, un po' troppi per sperare di non urtare contro la
sentenza della Consulta.
Per questo il Pd ha rivisto il provvedimento presentando 12
emendamenti firmati da Giuseppe Lumia (fra cui la
perdita del cognome del partner se l'unione si rompe e il divorzio immediato).
Ma i dubbi su come reagirà Mattarella restano, soprattutto dopo le pressioni
della Cei che ha già chiesto al presidente di "intervenire"
"se la legge non cambia". Il capo dello Stato, secondo i suoi
consiglieri aspetta la discussione della legge in Parlamento, dopodiché dirà la
sua.
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