In 5 anni il gettito di quelle comunali salito del 54%. IL RISCHIO Tasse aumentate per oltre 54 miliardi
L’abolizione della Tasi sulla prima casa è solo un contentino ai contribuenti perchè ciò che il governo toglie da una parte, aumenta dall’altra. Così mentre il fisco sugli immobili viene alleggerito, continua la corsa al rialzo delle imposte locali. Le addizionali Irpef, comunali e regionali porteranno quest’anno un gettito di oltre 15 miliardi. Dal 2010 a oggi, infatti, sono aumentate ininterrottamente. L’importo delle addizionali regionali è cresciuto di oltre il 34%, mentre quello dei Comuni addirittura del 54%. A sostenerlo è l'Ufficio studi della Cgia, che ha analizzato il prelievo di queste imposte locali sulle retribuzioni di alcune categorie di lavoratori dipendenti, sui pensionati e sui redditi dei lavoratori autonomi residenti in un centinaio di Comuni capoluogo di provincia. «Per il 2017 - ricorda il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - con la legge di Stabilità 2016 il Governo ha deciso di bloccare gli eventuali aumenti delle imposte locali solo per le Regioni che non sono in deficit sanitario. Considerato che sono otto quelle sottoposte a un piano di rientro dal disavanzo per la spesa sanitaria, per molti contribuenti vi è comunque il pericolo di subire un ulteriore aumento del prelievo, visto che per il 2016 il fabbisogno sanitario nazionale è stato rideterminato con un risparmio di spesa di quasi 1,8 miliardi». Secondo i calcoli della Cgia, in questi ultimi anni il gettito dell'addizionale comunale Irpef è aumentato del 54%, passando da 2,9 miliardi del 2010 agli oltre 4,4 miliardi del 2014. Nel biennio 2009-2010 vigeva ancora il «blocco» delle aliquote delle addizionali e solo a partire dal 2011 gli enti locali hanno potuto ritoccare l'aliquota entro il limite massimo dello 0,8%.
Sono 63 i Comuni capoluogo di provincia che nel 2015 hanno applicato l'aliquota al livello massimo consentito (0,8%), mentre una decina hanno aumentato il prelievo nel 2015 rispetto al 2014, con effetti che i contribuenti percepiranno nel 2016. Anche le Regioni hanno subito il «blocco» dell'aliquota: in caso di disavanzo sanitario, però, era stata data la possibilità di aumentarla. L'aliquota «base» è stata modificata più volte nel tempo. Sino al 2013 l'aliquota base poteva essere incrementata dello 0,5, raggiungendo il livello dell'1,73%. Nel 2014 e poi nel 2015 alle Regioni è stata data la possibilità di elevarle rispettivamente dell'1,1 e del 2,1%. I contribuenti più fortunati abitano nella provincia autonoma di Bolzano e in Friuli Venezia Giulia. Nel primo caso l'aliquota del 1,23% si applica sul reddito dedotto di una franchigia pari a 20.000 euro (elevata a 28.000 euro nel 2016), mentre nel secondo caso, con un reddito inferiore a 15.000 euro, l'aliquota scende allo 0,7%. Un pensionato con un reddito annuo lordo di 16.000 euro (che percepisce un assegno mensile netto di 1.000 euro), tra il 2010 e il 2016 ha subito un incremento delle addizionali pari a 86 euro (+34%). Laura Della Pasqua
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