Sul Resto del Carlino di
domenica 21/2 è comparsa un’interessante intervista a Nerio Tura, personalità di
spicco del mondo cattolico faentino e Sindaco negli anni ’90, che non deve
passare sotto silenzio. Tura ribadisce che a Faenza "la politica è la
grande assente" e di fronte ai grandi problemi della nostra comunità
(perdita di lavoro e problemi conseguenti) si chiede "dove sono i partiti,
la classe dirigente, gli imprenditori ?". Il dilemma di Tura è il solito
problema dei cattolici faentini (associazioni, parrocchie, curia): vorrebbero
vedere idee e risultati in linea con la grande tradizione della DC, ma non
hanno saputo creare in questi anni una classe dirigente adeguata a proporre e
poi gestire progetti per il rilancio della città, caduta in una crisi senza
precedenti. I cattolici faentini,
compreso Tura e altri notabili ex DC, hanno scelto nel 2015 di mantenere lo
status quo con sedicenti cattolici nel ruolo di Sindaco, di assessori, di
consiglieri, suddivisi tra le liste del PD e le altre due liste civetta, che
fanno parte della maggioranza senza contare nulla. Oggi siedono nella
maggioranza (PD e liste civetta) esponenti di Azione Cattolica, Focolarini, CL,
Papa Giovanni 23, ecc., insomma tutte persone che dovrebbero avere una
preparazione umana, morale e politica di elevato spessore, ma che invece si
accodano ai più vieti luoghi comuni del PD (contro la famiglia, contro le
scuole paritarie, ecc.) e al nuovo efficientismo PD, sostenendo le grandi
concentrazioni finanziarie come HERA, Ravenna Holding, CONAMI, ecc. dove si
pensa solo al business e non ai problemi delle persone, anche saccheggiando le
casse comunali. I cattolici sono poi
rimasti basiti nel vedere che nelle ultime elezioni del 2015 quasi metà dei
faentini non è andata al voto, vista la modestia della loro proposta politica e
che, grazie alle loro (dei cattolici) “non scelte” politiche, a momenti vinceva
la Lega: è a tutti chiaro che quei voti non erano a favore della LEGA, ma erano
contro Malpezzi. Oggi Tura e gli altri cattolici sono pentiti di quanto fatto,
sentono su di loro il peso morale di questa inerzia politica e della conseguente decadenza
della nostra città, vedono che Malpezzi ha fatto il vuoto intorno a sé (per via
del suo brutto carattere e delle sue carenze politiche), ma non sanno come fare
ad uscire da questo vicolo cieco. In
questo vicolo cieco i cattolici ci sono finiti anche per la pluriennale assenza
di attività di formazione e di indirizzo, in senso alto, da parte del clero
locale e, soprattutto, da parte del precedente vescovo, che ha lasciato a tutti
i cattolici solo macerie nella gestione delle Parrocchie, dei movimenti
cattolici e, anche, delle finanze della Curia, come si è visto da qualche mese
a questa parte. Il nuovo Vescovo, che ha
una levatura culturale siderale in confronto alla media locale degli esponenti
cattolici (clero e laici), ha dato una risposta a questo problema politico con
un progetto a medio lungo
termine, cioè attivando una scuola di formazione politica per i giovani:
plastico riconoscimento del fallimento dell'opera degli attuali cattolici
faentini, destinati alla rottamazione.
Nel Consiglio Comunale straordinario sul lavoro del
28/11/2015 abbiamo ammonito il Sindaco e il PD, ma anche la classe
imprenditoriale e sindacale locale: tutti sono corresponsabili della nostra
attuale crisi economica, sociale e (anche) morale. Abbiamo chiesto che il
Sindaco chiami a rapporto gli imprenditori per definire con loro progetti
strategici locali, mettendo anche lui sul piatto almeno € 9/10 mln cominciando
a vendere le farmacie comunali e altre partecipazioni: con questa massa di
denaro si possono attivare investimenti pubblici (lavori per strade, scuole,
impianti sportivi, musei, agevolazioni per i privati, ecc.) e cofinanziare la
quota pubblica dei bandi UE, dando lavoro anche e soprattutto a imprese locali,
sfruttando la libertà di assegnare senza gara d'appalto europea i lavori sotto
l'importo di legge. Risposta: nulla! Quindi
è giusto dire a Tura e ai cattolici faentini: l'attuale decadenza di Faenza è
largamente dovuta alle vostre carenze, passate ed attuali. L'unico modo che
avete per impostare un percorso di crescita per Faenza è quello di sfiduciare
Malpezzi in Consiglio Comunale e affrontare seriamente e serenamente una nuova
stagione politica con persone capaci e nuove, abbandonando il PD locale. Se vorrete farlo noi di Rinnovare
Faenza faremo la nostra parte, portando il nostro pensiero strategico, il
nostro coraggio e la nostra onestà, per il solo bene della nostra comunità. Pensateci
prima che sia troppo tardi: i faentini chiedono che passi questa “quaresima”
politica, economica e sociale e si attendono una “risurrezione”, che dia loro
lavoro e speranza, per sé e per i loro figli. Dott. Tiziano Cericola -
Rinnovare Faenza
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