Lo si sapeva già dalla scorsa estate che la
congiuntura economica mondiale avrebbe volto al peggio, ma nonostante ciò
Matteo Renzi a ottobre ha fatto una Legge di stabilità tutta irresponsabilmente
in deficit, ipotizzando un tasso di crescita nominale del Pil italiano
irrealistico tanto per il 2015 quanto per il 2016. Nel 2015, infatti, la
crescita reale non è stata dello 0,9% previsto dal governo, ma solo dello 0,6%
e l’inflazione non è stata 0,3%, ma 0,1%. Pertanto, la crescita nominale (Pil
reale + inflazione) non è stata dell’1,2%, ma dello 0,7%: un errore di stima,
da parte di Renzi e Padoan, di mezzo punto di Pil. Significa che servirà una
manovra correttiva in primavera da 4-5 miliardi.
Allo stesso
modo, come ha detto ieri l’Ocse, ma purtroppo vedremo una lunga serie di
revisioni al ribasso nel corso dei prossimi mesi, il Pil reale dell’Italia nel
2016 non sarà dell’1,6% previsto dal governo, ma solo dell’1%, e l’inflazione
non dell’1%, ma al massimo dello 0,3%. Ne deriva un tasso di crescita del Pil
nominale, quello che conta ai fini del rispetto dei parametri europei,
dell’1,3%, pari esattamente alla metà del 2,6% previsto dal governo. Questo
significa che la Legge di stabilità del prossimo ottobre dovrà contenere un
aggiustamento dei conti pubblici di 40-50 miliardi.
Tra manovra e
referendum, sarà l’autunno nero di Matteo Renzi.
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